Il rifrattore è ciò che si immagina quando si pensa a un telescopio. Il primo telescopio inventato da Galileo Galilei nel 1609 era un rifrattore. Oggi a distanza di 400 anni è ancora il miglior strumento ottico per scrutare l'universo, con la migliore nitidezza, il maggior contrasto e i più bei colori, di seguito i suoi pregi e i suoi difetti:

Pro:

  • Nitidezza, contrasto e colori eccellenti
  • PSF puntiforme 
  • Collimazione necessaria, a volte, solo dopo violenti urti
  • Messa a fuoco precisa e stabile
  • Acclimatazione veloce, massimo 30/60 minuti 
  • Durata della qualità ottica elevata, anche oltre 40 anni
  • Manutenzione minima
Contro:
  • Poco idoneo per la visualizzazione, in tempi molto brevi, di oggetti piccoli e poco luminosi
  • Costo elevato oltre i 155 mm. di diametro

Questo strumento possiede tutte le caratteristiche per seguire il rapido sviluppo tecnologico nell'osservazione dell'universo: EAA (Live viewing - Live stacking) e Astrofotografia. Il più alto indice di qualità della formazione immagine ottica (Strehl Ratio fino a 0,996) è raggiungibile solo con un rifrattore apocromatico. I marchi internazionali più importanti e blasonati producono principalmente rifrattori apocromatici (TEC, TAKAHASHI, APM, ASTRO PHISYCS, BORG, TELEVUE, STELLARVUE, CFF, WILLIAM OPTICS, ecc.). 


Il rifrattore tripletto utilizza tre lenti opportunamente accoppiate, in aria o in olio, per correggere l'aberrazione cromatica. Il design tripletto è ampiamente considerato un eccellente telescopio, poiché i tre elementi dell'obiettivo consentono ai colori principali (rosso, verde e blu) di essere a fuoco nello stesso punto, per una vista naturale priva di frange di colori. Lo strumento è flessibile, può essere impiegato dall'osservazione della Luna alle galassie del profondo cielo (Deep Sky). Nell'impiego fotografico, lo spianatore di campo esterno permette di eliminare la piccola aberrazione sferica prodotta dall'accoppiamento delle lenti, effetto visibile solo ai bordi dell'immagine. L'utilizzo di un riduttore di focale aumenta il campo visivo e incrementa la luminosità in ambito fotografico e nella visualizzazione assistita. Le prestazioni visive di questo schema sono in grado di acquisire immagini eccellenti. Una buona parte degli "Astrografi per deep sky" sono tripletti dotati di riduttore/spianatore con rapporto focale da f/4,5 a f/5,6. Il doppietto utilizza due lenti, è l'origine dei rifrattori apocromatici, generalmente è una configurazione con aberrazioni più marcate. Alcuni importanti marchi (Takahashi - APM, Borg, Stellarvue) producono doppietti di alta qualità con minime aberrazioni. 


Il rifrattore quadrupletto (tipica configurazione Petzval) utilizza quattro lenti per minimizzare le aberrazioni geometriche. Per correggere gran parte di queste aberrazioni è possibile utilizzare uno spianatore di campo, consentendo di mantenere stelle rotonde e nitide anche verso i bordi dell'immagine. La maggior parte dei rifrattori tripletti, solo per la fotografia, richiedono l'aggiunta di uno spianatore di campo o di un riduttore/spianatore esterno; Il design quadrupletto incorpora lo spianatore al suo interno. Questo schema ottico viene utilizzato principalmente per l'astrofotografia e la moderna visualizzazione assistita; raramente permette l'osservazione tradizionale tramite oculari. Il rifrattore quintupletto in genere viene configurato come un tripletto con spianatore interno e può essere strutturato in configurazione Petzval. Diversi telescopi "Astrografi" fanno parte di queste due tipologie, generalmente in queste configurazioni le aberrazioni sono impercettibili e le immagini straordinarie.


La tipologia di rifrattore da utilizzare è in funzione di ciò che si vuole osservare o fotografare: Luna, pianeti e stelle richiedono focali lunghe per disporre di molti ingrandimenti. Oggetti deep sky (DSO) come galassie, nebulose, ammassi stellari, ecc. richiedono focali corte per avere un ampio campo e un rapporto focale basso per ottenere alta luminosità. Il telescopio apocromatico, in rapporto al diametro di apertura, ha dei costi elevati rispetto ai riflettori, produrre lenti di alta qualità costa molto di più che produrre specchi. Il costo di qualunque telescopio è in funzione del suo diametro, la lunghezza focale incide pochissimo. Di seguito riassumo le indicazioni secondo l'impiego:

Osservazione visuale tramite oculari (pianeti, stelle e pochissimi oggetti deep sky in bianco e nero):

  • diametro da 130 a 160 mm - lunghezza focale da 900 a 1300 mm.
Per impiego EAA e astrofotografia  (pianeti, stelle e moltissimi oggetti deep sky a colori):
  • diametro 100-110 mm F/4-5  (deep-sky)
  • diametro 120-140 mm F/5-7 (il tuttofare)
  • diametro 150-160 mm F/7-8 (pianeti, stelle e piccoli DSO)
Se la preferenza è l'osservazione rapida di oggetti piccoli e poco luminosi (Faint-fuzzies) il rifrattore non è lo strumento ideale.

In un rifrattore APO di ottima qualità le aberrazioni sono al limite della visibilità o impercettibili. La migliore qualità dell'immagine è data dalla focale nativa dello strumento con il proprio spianatore di campo. Il riduttore di focale incrementa la visibilità delle aberrazioni e la percentuale della vignettatura, meglio utilizzare riduttori poco spinti da 0,75x a 0,80x. Le piccole aberrazioni, se presenti, si notano maggiormente su oggetti molto luminosi come pianeti e stelle, su oggetti deep-sky sono quasi impercettibili. L'inquinamento luminoso può essere drasticamente ridotto con l'utilizzo di appositi filtri ottici, a parte la luce led che copre quasi l'intero spettro visibile. Ricordo che diametri piccoli (75/100 mm) sono meno sensibili al cattivo seeing e all'abbondante inquinamento luminoso.